Frammenti, Storie scritte per il Writing Day!

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Trick No Treat
view post Posted on 22/6/2013, 17:16




Nella sua superba semplicità è meravigliosa. L'immagine della spina dorsale nascosta sotto al grasso mi è piaciuta tantissimo... è una storia eccezionale.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 17:21




(Grazie mille! ^______________________________^)

Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Molly Weasley, Ginny Weasley
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. nessun luogo è sicuro



Toglie alle membra lasse il suo riposo
Il timore de’ lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mosconi il stuol furioso.


Doveva essere successo in agosto. Doveva essere successo in agosto, perché Molly ricordava che era stato uno degli ultimi giorni di estate – l'ultima estate che avrebbero avuto da quelle parti – e che il tempo era stato caldo e asciutto per più d'una settimana, ma adesso pioveva. Aveva cominciato al mattino e continuato nel pomeriggio, e al tramonto il cielo era stato di un grigio scuro come il piombo, pesante, carico di nuvole e tuoni. Ad ogni fulmine, tutta la Tana era sembrata riempirsi di luce. Il vento umido aveva portato l'odore della terra, delle foglie bagnate, dei gerani sulla veranda. Era un buon odore. A Molly Weasley la pioggia piaceva.
Ginny stava studiando in soggiorno. C'erano poche possibilità che Hogwarts riaprisse a settembre – ma all'epoca nessuno avrebbe potuto immaginare quel che i Tre Giorni di Hogwarts sarebbero stati, nessuno aveva pensato che la guerra sarebbe durata così a lungo, infinitamente, trascinandosi mese dopo mese fino a quando i mesi non erano diventati anni, nessuno avrebbe potuto immaginare che Ginny...
Molly aveva ascoltato la penna di Ginny scricchiolare sulla pergamena e si era sentita meglio. Arthur era al Ministero, Ron era con Harry, Bill era al sicuro, forse, Charlie in Romania, se non altro, lontano, lontano da lì, Fred e George Merlino solo sapeva dove e Percy... be', Percy. Percy probabilmente stava bene. Percy probabilmente se la sarebbe cavata.
E Ginny era lì con lei, sotto i suoi occhi, dove poteva guardarla e vederla e sentire la sua penna scricchiolare.
Al principio, Molly non si era accorta di niente. I tuoni avevano coperto il rumore delle Smaterializzazioni e la pioggia quello dei passi, e gli scricchiolii delle assi sulla veranda, be', aveva pensato fosse il vento. E' il vento. Solo il vento.
Poi aveva sentito Ginny urlare, ed aveva capito, ed era tardi per capire, ma Molly aveva tirato fuori la bacchetta lo stesso ed era andata in soggiorno e...

E c'erano i Mangiamorte.

Se Molly era sopravvissuta, se Ginny era sopravvissuta, era stato solo perché non si erano aspettati nessuna resistenza; avevano pensato ecco due streghe sole, ecco due donne isolate, e si erano detti ecco il momento buono.

Ginny ne intrappola uno con una Maledizione Gambemolli, e quando il Mangiamorte cade a terra gli molla un pestone sulla mano, spezzandogli il polso e la bacchetta. Il Mangiamorte urla. La bacchetta di Molly traccia un cerchio perfetto nell'aria e quello più vicino alla porta cade a terra stringendosi la gola, strangolato. Ginny balza dietro al tavolo, per ripararsi, e con uno Schiantesimo lancia la libreria a schiantarsi addosso al suo aggressore. Il tavolo esplode. Ginny strilla, qualcuno lancia una Cruciatus. Molly gira la bacchetta e pronuncia un incanto pensato per potare le piante, solo le piante, e il Mangiamorte comincia a urlare e ad agitare le braccia, maledizioni lanciate ovunque, alla cieca, perché non ha più il naso, gli manca un pezzo d'orecchio, un occhio strappato, sangue ovunque. Non riesce più a puntare la bacchetta contro Ginny, in queste condizioni, niente più Cruciatus. E' tutto quel a cui Molly pensa. Niente più Cruciatus. Non a Ginny. Uccidili tutti.
L'Impedimenta di Ginny manda un Mangiamorte alla carica a schiantarsi con la testa nel tavolinetto di fronte al divano.
Una Avada Kedavra su quello accanto alla finestra, la luce verde riempie la stanza ed erano anni che Molly non la usava, l'Anatema che Uccide, aveva dimenticato che colore avesse, l'impressione di essere sporca, macchiata, svuotata... Una Maledizione le passa così vicino al braccio da lasciarle sulla pelle la sensazione di essersi ustionata, e Ginny punta la bacchetta nella direzione giusta e il Mangiamorte si affloscia a terra. Non è morto, dice Ginny. Non è morto. Ha le labbra pallide, l'espressione vecchia. Non è morto.
Il Mangiamorte rimasto senza faccia piange ancora, afflosciato accanto alla porta, e Molly gli passa accanto: uno Schiantesimo più tardi, nessuno piange più.
Prendi le tue cose, tesoro, dice Molly a Ginny. Prendi tutte le tue cose. Ce ne andiamo.
Andiamo dove? chiede Ginny.
Molly guarda il vecchio orologio dei Weasley. Le lancette sono tutte su Pericolo Mortale, tutte, tutte. Quella di Ron è così dagli ultimi giorni di giugno, e quella di Charlie lo è spesso – è il lavoro che si è scelto – ma ora anche le altre... anche le altre...
Nessun posto è sicuro. La Tana non è più sicura.
Andiamo a Grimmauld Place, dice Molly. Da tuo fratello, tesoro. Vai a prendere le tue cose.

Doveva essere successo in agosto. Quando chiudeva gli occhi, adesso, Molly ricordava ancora il rombo dei tuoni lontani, il vento. Il tamburellare della pioggia, come il ronzio di un immenso sciame.
Aveva pensato di stare mettendo Ginny al sicuro. Nessuno avrebbe potuto prevedere quel che sarebbe successo dopo. Nessuno.
Nessun luogo era più stato sicuro.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 17:52




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Dean Thomas
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. previeni



Dean Thomas era stato cresciuto in una famiglia assolutamente Babbana. Sua madre, le sue sorelle, il suo patrigno, cugini, zii, nonni, tutti molto Babbani. Dean aveva una squadra di calcio del cuore e un gusto di gelato preferito – Babbano – e guardava i cartoni animati, la domenica mattina, sdraiato sul tappeto del soggiorno.
Sua madre aveva tenuto in casa una libreria fornitissima: le piaceva leggere, le piacevano i classici. Le piacevano le edizioni economiche, quelle piccole, con le copertine morbide, che si potevano tenere in tasca, abbandonare in bagno, lasciare sui davanzali delle finestre. Uno dei ricordi più nitidi dell'infanzia di Dean erano i dolorini di schiena che venivano a chi si addormentava sul divano solo per svegliarsi con uno dei libri di sua madre incastrati tra le costole e i cuscini, lì dove lei l'aveva lasciato.
Dean era entrato ad Hogwarts ad undici anni: troppo presto per avere una vera cultura Babbana, troppo presto per arrivare a qualcosa più complicato di Roal Dahl e della vaga consapevolezza che esistesse qualcuno che si chiamava Shakespeare, e che forse aveva scritto tragedie. Hogwarts era stata piena di libri interessanti – nessuno dei quali Babbani – e Dean aveva avuto altro da fare in quegli anni: il Quidditch e le scuole e le ragazze. Altro da fare.
Aveva cominciato a leggere solo una volta arrivato a Grimmauld Place; dopo l'inizio della guerra, dopo la morte di Harry, di Ron, dopo i Tre Giorni di Hogwarts e dopo che le sue sorelle, che sua madre, erano sparite da qualche parte assieme a Fleur Delacour. Probabilmente erano al sicuro. Sicuramente erano più al sicuro di quanto non lo fosse lui.
Aveva cominciato a leggere – e a leggere quel che i Babbani avevano scritto – quando leggere aveva iniziato ad essere una forma di ribellione. Stavano cercando di soffocare i Babbani. Stavano cercando di annientarli: li annientavano con il freddo, con la violenza sottile, con i Dissennatori. Stavano trasformando la Gran Bretagna, le strade erano vuote, nebbiose, non era mai estate.
Dean aveva cominciato a prendere libri nelle biblioteche, a togliergli agli scaffali delle case in cui trovavano famiglie di Babbani morti, distrutte, dove i Mangiamorte erano passati; ai Babbani non sarebbero serviti più, aveva pensato. Lui, invece, lui li avrebbe conservati.
Aveva cominciato con Swift e Shakespeare, poi Milton, Coleridge – ricordava Coleridge, la copertina, le dita di sua madre sul titolo e sul nome – e ancora Joyce, Spenser, Wordsworth, Kipling e Beckett, Wilde.
Il mondo dei libri, finché i libri duravano, sembrava migliore di quello vero.

Tra le pagine di Peacock aveva letto un giorno che vi sono due ragioni per bere. La prima: per calmare la sete. La seconda: quando non hai sete, per prevenirla.
Era come una frase da niente. Quando ci aveva ripensato, gli era sembrata una frase importantissima.
Ci sono due ragioni per bere, ci sono due ragioni per uccidere. Avevano cominciato ad uccidere quand'era cominciata la guerra, e non avevano ancora smesso. Ci sono due ragioni per uccidere. La prima: la vendetta. Hai sete, calmi la sete, cerchi vendetta, per vendicarti. Hermione Granger doveva uccidere per questo. Certe volte, dava l'impressione fosse solo per questo.
Ci sono due ragioni per uccidere. La seconda: quando non hai niente da vendicare, per prevenire.
Dean non era certo di avere qualcosa da vendicare – ancora – ma camminava accanto a Luna. Le teneva la mano. Aveva la sensazione, certe volte, d'essere tutto ciò che continuava ad ancorarla a questa terra.
E perciò, previeni, si diceva.
Previeni.

Ci sono due ragioni per bere, ci sono due ragioni per uccidere.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 18:29




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Hermione Granger, Un po' tutti
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. ding dong



Lasciarono i resti di Rodolphus Lestrange ad Hogwarts perché i Mangiamorte potessero trovarli, ma Bellatrix... be', Bellatrix no. Bellatrix no, aveva detto Neville. Voldemort a Maeshowe giocava con i vivi e i morti e tutto quel che c'era nel mezzo, e nessuno voleva correre il rischio di ritrovarsi Bellatrix... in una qualunque forma... in giro, di nuovo, pazza e crudele e spaventosa, fatta della stessa materia degli incubi.
Portarono il cadavere di Bellatrix Lestrange sul una spiaggia isolata tra Dover ed Hastings. Avevano pensato di tornare in Cornovaglia – ma poi si erano detti che, no, sarebbe stato sbagliato, c'erano i bambini in Cornovaglia, la Cornovaglia era un posto sicuro, felice. Nessun cadavere di mostro in Cornovaglia.
Fecero una pila con un mucchio di legna secca, trasfigurandola dagli arbusti e dalle sterpaglie che trovarono sulla spiaggia, e ci misero un cerchio di pietre intorno perché la cenere rovente non si spargesse in giro.
La gente cominciò a Smaterializzarsi lì da Grimmauld Place solo un paio di minuti più tardi: anche quelli che non avevano partecipato allo scontro ad Hogwarts, anche quelli che nemmeno avevano saputo, prima, che ci sarebbe stata battaglia. Hermione pensò che era pericoloso permettere a così tanta gente di affollarsi in un posto non protetto – e poi pensò che quella era Bellatrix, e che era morta. Ding dong, la strega è morta, la strega è morta. Ding dong.
Dovevano vederla bruciare. Dovevano vederla sparire, per essere certi che non sarebbe più tornata.
La misero sulla pira improvvisata e cominciarono, un Incendio dopo l'altro. Bellatrix bruciava, e il fuoco degli incantesimi si alzò verso il cielo, nella notte, e sapeva di carne carbonizzata, grasso ed ossa, scricchiolava e scoppiettava ed era disgustoso, liberatorio, e dava la nausea, ma la strega era morta.
In un certo senso, fu come una festa.
Quando non ne fu rimasto molto, solo cenere e qualche osso annerito, presero la cenere e la sparsero in mare, presero le ossa e le seppellirono con cura, sotto la sabbia, dopo averle Trasfigurate in sassi.
E che Voldemort venisse a cercarsele, adesso, se proprio ci teneva.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 19:04




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: (Generale)
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. il ciclo della cicala



La cicala è un animale strano.
Vive a lungo – ma per la maggior parte della sua lunga vita vive una vita da larva, sottoterra, maturando piano, piano, piano, finché non è pronta a tirar fuori la testa. E la cicala adulta, be', la cicala adulta è un animale inquietante: sembra innocuo perché tu sei grosso, lo vedi da fuori, ma per gli altri insetti la larva è un bestione corazzato, duro e coriaceo, con la voce stridula e troppi occhi.
Le cicale cantano. Friniscono. L'aria passa tra due strati di tessuto che vibrano; la vibrazione rimbomba nel torace della cicala e quando esce fuori è un grido, uno strillo, che fa tremare l'aria.
A cantare sono le cicale maschio. Cantano e attirano le femmine; i maschi corteggiano le femmine, i maschi e le femmine si accoppiano – ed è una cosa lunga, l'accoppiamento – e poi le femmine lasciano le loro uova in giro, sui rami degli alberi, in mezzo ai cespugli. Le larve che ne escono vanno a nascondersi subito sottoterra. Sottoterra, immediatamente.
Covano sotto la terra per diciassette anni.
Poi c'è la superficie, la muta. Anche quella è una cosa violenta, se ci pensi bene: diciassette anni da larva, e poi ti togli la pelle e te la lasci dietro la tua pelle.
La guerra è andata più o meno così. C'è stata una guerra che è finita quando nessuno se l'aspettava, come nessuno se l'aspettava, con una gran luce verde ed un miracolo in una culla, e i frutti della guerra sono rimasti a germogliare come larve sottoterra. Diciassette anni nascosti, prima di fare la muta.
Abbiamo fatto tutti la muta, da una parte e dall'altra. Abbiamo tutti tolto la pelle al mondo, e ce la siamo lasciati dietro.

E adesso? Adesso ascoltiamo le cicale cantare.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 20:56




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Minerva McGranitt
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. c'era



C'era l'erba di Hogwarts sotto le sue dita, fradicia di brina, l'odore della terra zuppa e dell'acqua gonfia che andava saturando i sotterranei del castello, l'erba della sua Hogwarts d'autunno, friabile, c'era l'erba di Hogwarts e lei stava morendo.
C'era la nebbia di Scozia. Era inverno, dicembre. La nebbia di Scozia dalle dita gelate e dal profumo delle more del tè, dei biscotti, l'odore del vischio e del pungitopo e dei Natali di quand'era bambina.
C'erano spighe di gramigna e rami di ginestra in estate, e il sole pulsava altissimo e abbagliante e la stava accecando. Il calore sembrava farle scoppiare il fianco lacerato e aperto.
“Non voglio morire così, Albus,” disse.
Albus non le rispose. Forse non l'aveva sentita. Minerva stava morendo sul prato di Hogwarts e sapeva di non aver parlato davvero... ma che Albus non le rispondesse, oh. Che Albus non le rispondesse, questa era una terribile scortesia.
Morire così, si disse. Morire così era come morire da soli. Morire così era come morire da soli, soli come si poteva essere soli in punto di morte e soli perché la battaglia ancora continuava e non c'era nessuno con lei, così, proprio nessuno, se anche Albus non le rispondeva.
Con la Foresta Proibita sopra la testa e la luce di un sole d'estate dietro agli occhi, con il grano, la gramigna e la ginestra, l'odore di terra secca, l'erba umida sotto le dita, sentiva il profumo della sua Hogwarts inondata, Hogwarts amatissima e viva che oggi bruciava, l'odore del sangue e della ferita e del suo cuore di vecchia che cercava di tenere il ritmo, battere e pulsare, ma non riusciva a star dietro all'emorragia, al flusso, non riusciva a star dietro alla vita che scappava fuori dal buco.
C'era l'erba di Hogwarts, diciassette anni prima, e la guerra era appena finita. I Natali in Scozia di quand'era bambina, c'era, c'era il ricordo di un giorno di sole perfetto, bellissimo e caldo, un giorno d'estate pieno di luce, sdraiata su una collina con il mondo a germogliarle attorno.
C'era, c'era. C'era che stava morendo, adesso. C'era che forse qualcuno si sarebbe salvato. C'era che Albus era morto, Vitious era morto, Severus perduto. Pomona forse combatteva ancora.
C'era che tutto quel che era stata era lì, ad Hogwarts. Quarant'anni passati ad Hogwarts, e tutti gli anni che erano passati prima, anni da studente, felici, felici. C'era che se Hogwarts cadeva, forse a Minarva andava bene morire così. Sola più sola che se fosse stata sola, sotto le fronde verdi della Foresta Proibita.
C'era l'erba di Hogwarts sotto le sue dita, velata di brina, vellutata, fredda da tagliare le dita. C'era l'erba di Hogwarts sotto le dita, i rami di Hogwarts sotto la sua testa. Sdraiata sotto ai primi tronchi, non doveva vedere Hogwarts bruciare.
C'era l'erba di Hogwarts sotto le sue dita.
C'era.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 21:53




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Colin Canon, Demelza Robins, Nigel Wespurt, Dennis Canon, Stewart Ackerley, Draco Malfoy.
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. un sorso d'estate



Ce n'erano otto nel cestello.
“Non sono neanche due a testa,” disse Stewart Ackerley. Scosse la testa e le spalle e poi si offrì, cautamente: “Io posso farne a meno.”
“Tutti possiamo farne a meno,” disse Colin con una smorfia. “Non è questo il punto. Non era questo il punto. Il punto era ehi, fragole! Non c'è più nessun ehi, fragole!, se uno di noi finisce senza.”
Dennis ridacchiò, piano, pianissimo, per non farsi sentire da nessuno che non fosse nella stanza.
Le aveva trovate Nigel sul retro di un giardino abbandonato di Hogsmeade. Erano mezze nascoste dalle erbacce e dall'erica che era cresciuta fino a ricoprire tutto, ed erano pallide e piccole, ma erano lì, ed erano fragole, ed erano rosse. Prima ancora di assaggiarle, sapevano già d'estate.
Nigel le aveva trovate, ma girare per Hogsmeade da soli era pericoloso: ed erano tornati in cinque a raccoglierle, perciò, e sarebbe stato meglio per tutti se Shacklebolt e Paciock non fossero mai venuti a conoscenza della cosa. Davvero. Non ne sarebbero stati per niente contenti.
Era stata come una scappata nella Foresta Proibita. Come essere tornati a scuola, improvvisamente, con il coprifuoco e Gazza nei corridoi e il rischio di trovare Piton o la McGranitt di ronda. Per dieci minuti, avevano tutti potuto sentirsi un po' più leggeri.
Nigel spinse con un dito una delle fragole e disse:
“Sono proprio piccole. E non mi sembrerebbe giusto se le mangiassimo solo noi, sapete? Potremmo portarle in cucina...”
“Sarebbe scemo,” disse Demelza. “Non basterebbero mai per tutti.” E poi, improvvisamente, illuminandosi in viso: “Oh, ehi, no. No, aspetta. So io come possiamo fare.”
Colin la fissò, scettico:
“Per farle bastare per tutti...?”
Demelza sorrise.
“Per farle bastare per tutti.”

Sarebbe stato meglio se avessero avuto il limone. O la menta. Anche la menta sarebbe stata... anche la menta sarebbe andata bene.
Saltò fuori che Draco, da qualche parte, aveva un barattolo di menta essiccata per le sue pozioni, e che era disposto a condividerla se loro erano disposti a condividere un po' di... qualunque cosa stessero preparando. Poteva stare tranquillo, garantì Demelza. Se fosse venuta bene, sarebbe bastata per tutti.
Riempirono la brocca fino all'orlo. Fecero le fragole a fettine sottili, sottilissime, quasi trasparenti. Macchiata del succo, l'acqua si tinse di un rosa pallidissimo e lieve. Le fragole, la menta secca; Colin Canon gelò la brocca con un colpo di bacchetta.
Un sorso a testa, sapeva come d'estate. Lasciarono la brocca in cucina per chiunque ne volesse.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 22:30




Autore: Elos
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Rating: PG (Giallo)
Avvertimenti: What if...?. Gira attorno alla mia serie di Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.



. funerale vichingo



Nel caso, le disse Malfoy un giorno, ma solo nel caso, che Hermione si ricordasse che lui voleva finire su una pira. Una grande pira funebre. Che la mettessero su una di quelle grosse barche Babbane con le vele e la spingessero nell'oceano, così se ne sarebbe andato in fuoco e fiamme. Non era così che facevano i Babbani?
Ed Hermione gli aveva spiegato che no, i Babbani non lo facevano più da una mezza dozzina di secoli, approssimativamente, ed in ogni caso non erano stati i Babbani in genere, ma i Vichinghi, Babbani specifici, e che comunque non era una barca, ma una nave, una specie di barca, ma più grossa, e con le vele, sì, ma stava seriamente chiedendo un funerale vichingo?
Draco se n'era rimasto in silenzio per un po'; e poi aveva detto, be', Granger, ci sono modi peggiori per andarsene.
Perciò, così. Solo nel caso.
 
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kuma_cla
view post Posted on 26/6/2013, 12:17




Come ho già avuto modo di dirti su efp, queste storie sono molto belle e dolorose.
Mi complimento ancora una volta e colgo l'occasione per dirti che funerale vichingo mi è davvero piaciuta molto - l'idea di Draco che chiede un funerale simile mi piace nel contesto in cui lo hai calato.
 
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Elos
view post Posted on 26/6/2013, 12:34




Risponderò anche su EFP (ehi, che novità, sono DI NUOVO in ritardo con le risposte alle recensioni x°°°D), ma intanto permettimi di ringraziarti qui. Grazie davvero. ^_^ Personalmente, trovo che l'immagine del funerale vichingo sia un po' out of contest per il personaggio... ma quando ho letto l'ultimo prompt dell'iniziativa mi è partito il panico. Cioé, "barca a vela", barca a vela, che si può scrivere su Harry Potter in Edizione Cupa e le barche a vela? x°D Sono veramente felice che ti sia piaciuta, perciò, doppiamente perché pensavo (e non posso fare a meno di pensarlo ancora) fosse venuta fuori una mezza schifezza.
 
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24 replies since 21/6/2013, 23:30   667 views
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