Autore: Elos
Fandom: Harry PotterPersonaggi: Alicia Spinnet, Oliver Baston
Rating: R (Arancione)
Avvertimenti: What if...?, Tematiche pesanti, Violenza. Gira attorno alla mia serie di
Come (non) doveva andare (ho deciso che approfitterò di questa iniziativa per tentare una raccoltina), ma direi che si può leggere anche a sé.
. nella buca
“Ci troveranno,” disse Alicia. Lo disse con tutta la convinzione di qualcuno che sapeva che, nel momento stesso in cui avesse smesso di crederci, cose orribili sarebbero accadute. “Sanno che siamo qui. Ci troveranno.”
Un lunghissimo momento di silenzio.
“E' strano,” disse Oliver. “E' tutto l'anno che sento freddo, faccio la doccia con l'acqua fredda, mangio piatti freddi, dormo al freddo e mi sveglio con i piedi freddi. Detesto il freddo. E adesso, invece, ucciderei per un pezzettino di ghiaccio.”
Alicia rise. La risata si interruppe a metà, perché nella fossa faceva caldo da morire, caldo da spezzare la voce e da lasciare gli occhi asciutti, le labbra secche, i vestiti zuppi di sudore. Quando la scopa sulla quale viaggiavano era stata abbattuta ed era precipitata al di sopra di un bosco dalle parti di Bristol, Oliver era riuscito ad evitare di farli schiantare al suolo; ma avevano sbattuto contro un ramo alto, e poi contro un ramo meno alto, e infine il loro volo era finito in una crepa nel terreno. La bacchetta di Oliver era stata sbalzata via e quella di Alicia era ridotta ad un moncone. Senza bacchette, senza scopa, nessuno dei due era capace di uscire da quella buca.
Alicia aveva provato: si era aggrappata alle pareti di terra, alle radici sporgenti, e aveva fatto forza e spinto e tirato; ma la gravità sembrava riacchiapparla sempre a pochi piedi dal fondo della buca, assestarle uno strattone feroce e riportarla giù. L'orlo della fossa era forse cinque metri più in alto – ma avrebbe potuto anche trattarsi di un milione di miglia. Irraggiungibile.
Oliver non aveva provato. Oliver aveva una gamba rotta e l'osso che gli sporgeva dalla coscia. Aveva perso un sacco di sangue.
Faceva troppo caldo per stare seduti vicini, ma Alicia aveva preso una delle gambe di Oliver in grembo e la stava accarezzando. Cercava di parlargli e di tenerlo sveglio: aveva paura che, se lui avesse chiuso gli occhi, non si sarebbe più svegliato.
“Formazione della Spagna.”
“Cartaya, Lebron, Garcia... Santini... Montoya, Felino, Marrero.”
“Il portiere delle Gazze di Montrose?”
“Nell'ultimo campionato, McGie.”
“Questa era facile. Vediamo... chi ha inventato la Formazione d'Attacco Testa di Falco?”
“Lo sanno anche i bambini. O'Hare.”
Alicia dovette fare una pausa per potersi inumidire le labbra. Non aveva più saliva bastante a bagnarle, ma poteva passarci sopra la lingua e cercare di ammorbidirle.
“Quanto tempo credi che sia passato?”
Oliver non rispose.
“... Oliver?”
Oliver si mosse appena:
“Uh?”
Aveva la voce stanca, impastata. Nella penombra della fossa il sangue non si vedeva bene, ma l'odore era aguzzo e opprimente, sale e ruvido e metallo.
Alicia rabbrividì. Si sforzò di non far tremare la voce:
“Quanto tempo credi che sia passato?”
Oliver mugugnò qualcosa di incomprensibile. Alicia allungò una mano e cercò di stringere quella di lui.
Nella buca si crepava di caldo, ma le dita di Oliver erano gelate.
“Ci troveranno,” bisbigliò Alicia. “Ci troveranno, Oliver. Vedrai che ci troveranno.”
L'Ordine li trovò cinque ore più tardi, diciassette ore dopo che erano caduti dal cielo. Erano ancora vivi tutti e due, respiravano, anche Oliver poté essere recuperato.
Ma per la gamba di Oliver Baston non c'era più niente da fare.