Bizzarri tentativi, Storie scritte per il Writing Day!

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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 15:58




Per la serie scriviamo qualcosa su fandom(s?) che non conosciamo. Il risultato è, come prevedibile, quello che è.

Autore: Elos
Fandom: Doctor Who (Prima Serie) / Saga di Mondo Disco (T.Pratchett)
Personaggi: Sergente Detritus, Caporale Felicia Culetto, Primo Dottore
Rating: Verde
Avvertimenti: Non so se la considererete accettabile. E' un incrocio tra un cross-over e un momento di follia.
Titolo: Non nella norma

Dire che la popolazione di Ankh-Morpork fosse avvezza alle bizzarrie non sarebbe stato preciso; in effetti, la popolazione di Ankh-Morpork era avvezza ad un solo genere di bizzarrie – le sue.
Era infatti perfettamente normale veder emergere strani lampi di luce viola dall'Edificio di Magia ad Altà Densità, assolutamente in linea con il posto incontrare per le strade un troll in uniforme da sergente della Guardia Cittadina e con un elmetto dotato di una piccola elica e molla, e nessuno si girava neanche più quando il Bibliotecario metteva piede al Tamburo Riparato e, ciondolando più sulle zampe anteriori che su quelle posteriori, andava a sedersi in fondo alla sala; Ron il barista aveva semplicemente preso la salutare abitudine di tenere la ciotola delle noccioline sempre ben fornita, ed ogni ordinazione a base di “Oook!” poteva essere serenamente interpretata come “Un succo di banana liscio e senza zucchero, grazie.”.
Ecco, tutto ciò era molto normale, dove normale può essere interpretato come nella norma. Ankh-Morpork aveva una visione estremamente elastica di cosa fosse e non fosse nella norma.
Ma il parallelepipedo blu alto e largo come un troll che era apparso dal nulla proprio di fronte al Palazzo del Patrizio... ecco, quello aveva tirato la visione elastica di Ankh-Morpork fino al limite del punto in cui avrebbe smesso di farsi tirare e si sarebbe spezzata in due parti con un sordo clock, colpendo l'incauto che non aveva saputo fermarsi prima.
Detritus assestò un piccolo colpetto alla parte – presumibilmente – anteriore del parallelepipedo; e, essendo Detritus un troll, il piccolo colpetto in questione fu sufficiente a far tremare visibilmente la scatola.
“Non mi sembra una buona idea,” osservò il Caporale Culetto.
“Perché no?”
“Perché potrebbe esplodere,” spiegò Felicia Culetto, molto pazientemente. Il Caporale Culetto proveniva dalla Gilda degli Alchimisti, ed era perciò intimamente familiare con il concetto di cosa sconosciuta che potrebbe forse esplodere, forse no, forse sì, ma perché rischiare?
Detritus ritrasse lentamente la mano.
“Il Patrizio non sarebbe contento se esplodesse di fronte al suo Palazzo,” ammise a malincuore.
“Il Comandante Vimes non sarebbe contento se esplodesse di fronte al Palazzo del Patrizio,” aggiunse Culetto. “Noi non saremmo contenti se esplodesse di fronte al Palazzo del Patrizio.” E poi, dopo un momento di riflessione: “Dobbiamo mandare a chiamare i maghi? Sembra proprio il loro genere di...”
Non aveva ancora finito di parlare, quando la parte anteriore del parallelepipedo si aprì: come fosse un armadio, due ante dotate di finestrelle vennero spinte verso l'esterno e quella specie di lampada bianca sulla sommità si illuminò e si accese. Un vecchietto dalla testa bianchissima si affacciò dal parallelepipedo e si guardò intorno. Era il genere di vecchietto piccolo e un po' ricurvo che si poteva spesso trovare seduto in luoghi quali il Circolo delle Bocce di Via del Garofano e la Corporazione Veterani di Ankh-Morpork – dove chiunque fosse riuscito a sopravvivere per più di cinquant'anni ad Ankh-Morpork senza andare del tutto fuori di testa poteva essere onorevolmente considerato un veterano. Tuttavia, l'espressione di questo vecchietto in particolare aveva qualcosa di vagamente inquietante. Ricordava un po' l'espressione di Vetinari in uno dei suoi giorni buoni.
Il Caporale Culetto, che era nata con la fortuna di un cervello perfettamente funzionante, fece un passo indietro.
Il vecchietto non parve molto contento di quel che vedeva. Si guardò in giro per un po' e poi esclamò:
“Oh, cielo.” E ancora, quando gli occhi gli caddero su Detritus – e, trattandosi di Detritus, c'era molto sul quale cadere: “Oh, cielo. Suppongo che questa non sia Barcellona?”
Detritus lo fissò con l'espressione vacua di qualcuno a cui fosse appena stato chiesto: suppongo che questa non sia una transazione pandimensionale con riporto applicabile di terzo grado e curvamento in ellisse multipla?
“Brindisi?” tentò ancora il vecchietto. “No? Casablanca?”
“Ankh-Morpork?” azzardò Culetto.
Il vecchietto la fissò, perplesso e un po' preoccupato.
“Oh, cielo. Cielo. Be', è stato un piacere.”
Non aspettò che qualcuno gli rispondesse: ritirò la testa all'interno del parallelepipedo, come una tartaruga nel guscio, e si chiuse le porte alle spalle. La lampada in cima alla scatola si accese e la scatola stessa cominciò a produrre il tipo di suoni che si sentivano provenire in genere dalle stanze dell'Università Invisibile – usualmente, pochi secondi prima che qualcosa esplodesse.
Il Caporale Culetto, forte di una lunga esperienza nel campo degli scoppi e delle conseguenze degli stessi, si buttò faccia a terra ancor prima che la parte logica del suo cervello avesse recepito che qualcosa stava per accadere.
Ci furono un sibilo e un tonfo, seguiti da un gran lampo di luce.
Quando Felicia rialzò la testa, scoprì che il parallelepipedo blu era scomparso, presumibilmente con il vecchietto all'interno, e che il tonfo era stato causato dall'impatto del posteriore del sergente Detritus con il terreno.
Rimasero a guardarsi per un lunghissimo momento, un'espressione speculare d'incertezza sulle facce.
Alla fine, Detritus riaprì la bocca.
“A scrivere il rapporto per il comandante Vimes,” disse, lentamente, “non sarò io.”

Edited by Elos - 24/6/2013, 00:25
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 16:16




Autore: Elos
Fandom: X-Men
Personaggi: Charles Xavier, Erik Lehnsherr
Rating: Giallo
Avvertimenti: Relativamente ispirata a X-Men First Class, molto più al fumetto. Continuo a pensare che il film non sia stato altro che un'entusiastica operazione per fangirls.
Titolo: La verità

La prima volta è su una spiaggia, in riva al mare, ed anche la seconda volta è su una spiaggia, in riva al mare, e la terza non lo è, ma nella testa di Charles è come se lo fosse.
La verità è che siamo tutti animali, si dice, veniamo giù dritti dalle scimmie, e gli animali ricordano per sensazioni. La verità è che un pezzo di Charles è rimasto su una spiaggia cubana con la schiena in pezzi e il sangue che gli cola addosso, troppo caldo, troppo sole, troppo sudore, riflesso sulla superficie lucida di un elmetto metallico, con la sabbia che gli si infila nella ferita come carta vetrata, è uno strazio, una tortura, ma non fa male come fa male essere lasciati indietro.
Il sudore ha un sapore strano. Un po' mare, un po' sangue. Sa di pelle.
La verità... la verità è che stanno giocando a scacchi da anni. Charles aveva i capelli rossi – e adesso i suoi studenti lo prendono in giro per il suo cranio calvo, appuntito, per la linea glabra della sua mascella. Le mani di Erik sono ricoperte di vene azzurre. E' impazzito, Erik.
La verità è che la verità è come la sabbia, uno strazio. Si infila ovunque. Se cerchi di tenerla tra le mani, cola via. Charles ha inseguito i sogni di Erik così a lungo che certe volte ha l'impressione di aver perso i propri lungo la strada.
Si sono incontrati e scontrati su infiniti campi di battaglia, mai più a Cuba, ma tutte le volte era Cuba lo stesso, daccapo, e quelli che Charles amava ne uscivano illividiti e feriti – da ambo le parti. Danneggiati.
Tutte le cose erano state rotte sulla riva, e poi non era bastata l'acqua di mare a stemperarne i pezzi.

La verità è che la prima volta è su una spiaggia, sabbia e sudore e fa male, e la seconda volta è su una spiaggia, sabbia e sudore e fa male, e la terza volta non lo è, ma fa male lo stesso. Sabbia e sudore, lo stesso. Nella testa di Charles non è cambiato niente.
 
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Elos
view post Posted on 22/6/2013, 21:03




Autore: Elos
Fandom: Saga di Mondo Disco (T.Pratchett)
Personaggi: Samuel Vimes, Lord Vetinari
Rating: Verde
Avvertimenti: Niente da segnalare, direi, se non che è breve, è scema, e forse non ha neanche troppo senso.
Titolo: Rappresentanze

“E' stato un viaggio interessante,” tentò Lady Sybil. E poi, dopo un momento di silenzio: “Oh, Samuel, davvero non c'è ragione di fare quell'espressione!”
“Non sto facendo nessuna espressione,” mentì Vimes spudoratamente.
Lady Sybil inarcò un sopracciglio.
Una lunga carriera lavorativa ad Ankh-Morpork aveva insegnato a Samuel Vimes, se non altro, quando fosse il momento di ritirarsi in buon ordine.
“Sì, cara.”

“E' stato un viaggio interessante, signore?” gli chiese il sergente Colon sulla soglia del Posto di Guardia.
Vimes borbottò qualcosa di indefinibile in risposta.

“Sono certo sia stato un viaggio interessante, Vimes,” affermò il Patrizio. Vetinari era famoso per la qualità delle sue cattiverie, che piovevano dall'alto gentilmente, oh, così gentilmente, atterravano sul cranio dello sventurato sottostante e, generalmente, glielo sfasciavano di botto. Le leggere gentilezze di Vimes, infatti, cadevano da un'altezza tale da aver raggiunto, al momento dell'impatto, quella che era pressapoco la velocità della luce. “Il ritiro di campagna di Lady Selachii è considerato un luogo delizioso per superare la calura dei mesi estivi, ritrovarsi in compagnia e... fare conoscenze.”
Vimes si esibì nella più pietrosa delle espressioni che aveva a disposizione. Vimes aveva che fare giornalmente con nani e troll: i primi avevano sviluppato nel corso dei secoli una vera maestria nella produzione di espressioni pietrose, e i secondi avevano più pietra che espressione, in effetti. Entrambe le razze avevano avuto molto da insegnare a Samuel Vimes sull'argomento.
L'idea di passare due settimane ospiti di Lady Selachii era stata un'idea di Sybil. Sybil aveva pensato che Samuel fosse stanco. Sybil aveva pensato che Samuel avesse bisogno di una vacanza. Lontano da Ankh-Morpork. In un posto tranquillo, soleggiato, arioso.
A Vimes piaceva viaggiare: solo, avrebbe preferito poterlo fare senza doversi spostare dalla città. Soprattutto, avrebbe preferito poterlo fare in direzione opposta a quella di Lady Selachii e della sua cricca.
La cricca di Lady Selachii era tutto quel che Vimes odiava in una cricca: un mucchio di snobboni presuntuosi con la puzza sotto il naso e i pregiudizi piantati a fondo nel mezzo delle chiappe, lì dove non batteva il sole e da dove non potevano essere fatti sloggiare facilmente. Ritrovarsi in compagnia e fare conoscenze era precisamente quello che il Comandante Vimes avrebbe voluto non fare con quel genere di persone. Le cose che avrebbe voluto fare si sarebbero tutte potute inserire, invece, in un elenco di attività eseguibili con un'ascia a due mani.
Se s'aggiungeva alla cricca di Lady Selachii il fatto che il ritiro della suddetta per Nobili Snobboni fosse munito di troppa roba verde e clorofilleggiante e niente selciato sulle strade, Vimes era tornato dalla supposta vacanza con un gran desiderio di rimettere prontamente piede sul posto di lavoro e di potersi, finalmente, riposare.
La cosa peggiore, pensò lui, trattenendosi a stento dal grugnire ad alta voce, era che tutti – tutti tranne Vetinari, ovviamente, perché il Patrizio di Ankh-Morpork era dotato di una raffinata forma di telepatia e sapeva sempre dove colpire per fare più male – credevano che lui dovesse essersi divertito. Era in campagna. Era in una bella casa. Tre pasti al giorno. Tutti i bagni che voleva. Elevata – si supponeva – conversazione.
Praticamente l'inferno.
“A proposito di Lady Selachii...” disse Vetinari, sollevando un foglio dall'ordinatissima pila che aveva alla sua destra e interrompendo l'infelice rimuginare di Vimes; “... ho ricevuto da Sua Signoria proprio stamane una lettera in cui mi si comunica un certo... dispiacere... causato dalle nuove disposizioni della Guardia Cittadina.”
Vimes aggrottò la fronte.
“Qui si dice,” spiegò Vetinari, aprendo la lettera e facendo scorrere gli occhi lungo il foglio, “che la nuova pattuglia di ronda nel quartiere della dimora cittadina di Lady Selachii è... a forte presenza non-umana.”
Le sopracciglia di Vimes schizzarono praticamente verso l'alto.
“Davvero,” disse. Non lo chiese: lo disse.
“Davvero,” gli fece eco Vetinari. Chiuse la lettera e, molto delicatamente, la mise da parte. “Due nani e un troll, scrive Lady Selachii.”
“Due nani e un troll, signore,” ripeté Vimes.
Il sorriso di Vetinari si allargò impercettibilmente.
“Due nani e un troll, Vimes?”
“I capi delle minoranze etniche hanno fatto pressioni per essere maggiormente rappresentati nel centro cittadino, signore,” osservò Vimes lentamente.
Vetinari si rilassò sulla sedia.
“Due nani e un troll, Vimes, non mi sembra affatto una rappresentanza adeguata.”
“Sono certo,” replicò Vimes, “che si possa arrivare a quattro nani e due troll per la pattuglia di ronda nei pressi di Casa Selachii.”
Il sorriso di Vetinari si fece estremamente sereno.
“Ecco, Vimes. Questa mi sembra una rappresentanza adeguata.” E poi, con leggerezza: “E' bello vedere che il soggiorno presso Lady Selachii l'ha lasciata carico e pronto a riprendere il suo posto.”
Questa volta, Vimes non riuscì a trattenere il grugnito.
 
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