In fronte scritto, Da Naboo alla Terra, "I've seen things you people wouldn't believe."

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Elos
view post Posted on 24/10/2013, 10:01




"Fu introdotto in un ufficio freddo e pretenzioso; alle pareti erano appese pitture informali e fotografie che rappresentavano volti umani, ma Enrico non ebbe tempo di osservarle da vicino, perché un funzionario lo invitò a sedere presso la scrivania. Era un giovanotto dai capelli tagliati a spazzola, abbronzato, alto e atletico; aveva all'occhiello una targhetta con su inciso "Carlo Rovati", e portava scritto sulla fronte, in nitidi caratteri blu stampatelli: "FERIE IN SAVOIA".
[...]
Intanto il Rovati continuava: - Lei lo avrà già capito: si tratta di una nuova tecnica di promozione, - (e qui accennò con disinvolta eleganza alla sua fronte). - Lei, se accetta, non sarà impegnato per nulla per quanto riguarda il suo comportamento, le sue scelte e le sue opinioni: io, per esempio, in Savoia non ci sono stato mai, né in ferie né altrimenti, e neppure penso di andarci. Se riceverà commenti, risponderà come le pare, anche smentendo il suo messaggio, o non risponderà affatto: insomma, lei ci vende o ci affitta la sua fronte, e non la sua anima."

P.LEVI, In fronte scritto, da Vizio di Forma, I racconti, Einaudi Tascabile, Torino 1996, pp.335-336.



in fronte scritto
da Naboo alla Terra, "I've seen things you people wouldn't believe."



Quando la notizia è passata al Tg2, oggi, all'ora di pranzo, per un attimo ho pensato ad uno scherzo. No, dai, su. E' una battuta. Stanno scherzando. Anthony Lolli, proprietario di un'agenzia immobiliare di New York, ha offerto un aumento di stipendio ai suoi dipendenti... se questi si fanno tatuare addosso il logo della ditta. In tempo di crisi, è un'offerta allettante. Non ha importanza dove viene piazzato il tatuaggio: c'è chi ha un loghino piccolo piccolo dietro ad un orecchio, chi ce l'ha sulla spalla, sulla schiena, chi se l'è fatto tatuare sul braccio e lo sfoggia con orgoglio, come il signore dalla simpatica faccia sorridente nella fotografia.
Una brevissima ricerca online ha dimostrato che ero io ad essere l'ignorante: non solo lo skinadvertising, la pubblicità su pelle, è una realtà presente da quasi due decenni, ma in certe aree del mondo è quasi una moda - settoriale, ma presente.



Ora. Io sono una fervente sostenitrice del principio secondo il quale il corpo è di chi lo possiede. Lo possiamo tatuare, ricoprire di anellini, decorare, dipingere, modificare a piacimento. Mai vista la differenza tra la signora quarantenne che va a farsi aprire da un chirurgo e riempire di silicone per tener su il seno e il giovane che punta a corna di silicone e ad uno split tongue; noi guardiamo con occhi diversi la professoressa con le meches e la studentessa con i capelli tinti di rosa solo perché ci è stato insegnato che sono diverse, e lo stesso vale per la signora con le labbra rifatte e l'uomo tatuato, per la ragazza con una farfallina sulla pancia e per quella con un dragone in technicolor sul petto.
Qualcuno potrebbe obiettare che le meches e le tinture per capelli più tradizionali mirino ad un effetto naturale, umano; nessuno nasce con i capelli rosa, o le corna, o la lingua divisa a metà. Non posso far altro che rispondere che questa è una scusa, e neanche una scusa troppo buona: nessun essere umano di sessant'anni non ha almeno una ciocca di capelli bianchi, nessun essere umano ha i capelli veramente rossi (rossi di quel rosso vivissimo e acceso che si vede anche troppo spesso per la strada), e la percentuale di persone bionde in Italia è al momento ben superiore a quella che sarebbe una media naturalmente accettabile.
La verità è che la differenza è tutta nella nostra testa.
Tutto ciò per dire che apprezzo il principio de il corpo è mio e me lo gestisco io. Davvero.

Solo, rileggevo proprio pochi giorni fa i racconti di Levi. Primo Levi è divenuto immensamente famoso, in Italia e non solo, per la terribile testimonianza dell'esperienza del campo di concentramento raccontata in Se questo è un uomo; in pochi sanno però che Primo Levi, chimico e poeta, è anche uno dei pochi, grandi autori di fantascienza che l'Italia abbia prodotto.
In Italia abbiamo una pessima concezione della fantascienza. La fantascienza è, nella migliore delle ipotesi, un genere narrativo di largo consumo da considerarsi ai margini della letteratura, con qualche rara, fortunata eccezione che è da considerarsi come tale, per l'appunto, eccezione e niente più; nella peggiore, è paraletteratura pura e cruda. Dimostriamo questa nostra pessima concezione escludendo gli autori e le opere di fantascienza dallo studio della letteratura negli anni formativi, sottraendoli alle antologie di racconti per le scuole, alle letterature pubbliche e ai corsi e riservandoli a studi settoriali e, inspiegabilmente, alle fiere che raccolgono gli appassionati di Guerre Stellari e Star Trek.
E' bene mettere in chiaro che Heinlein non ha scritto sceneggiature per Star Trek, Asimov non è il padre putativo di Luke Skywalker e la Terra di Primo Levi è quanto di più lontano si possa trovare dai mondi di Pandora e Naboo.
La Terra di Levi è un mondo che oscilla tra l'onirico e lo spaventoso, con una sottile, feroce inquietudine che pervade gran parte delle storie e che si rivela, rileggendo i racconti a distanza di anni, venata di una discreta capacità profetica.
Il racconto da cui è tratto il brano di apertura si intitola In fronte scritto. La raccolta a cui appartiene, Vizio di forma, è uscita per l'Einaudi nel 1971; "... le anomalie, le sfasature, i "vizi di forma"..." recita la quarta di copertina della riedizione del 1996, "... in cui si annida il germe di catastrofi piccole e grandi."

Sono solo tatuaggi. Non diversi, secondo l'annunciatrice del Tg2, dai cartelloni degli Uomini Sandwich e degli Uomini Pollo che vanno in giro a pubblicizzare ristoranti e catene di negozi. Ma l'Uomo Sandwich mette in vendita quella che è una sua capacità, seppur basica, di lavoratore: l'Uomo Sandwich cammina in giro per le strade, l'Uomo Sandwich sta in piedi, si ferma agli angoli, l'Uomo Sandwich sorride ai passanti. Mentre il tatuaggio della skinadvertising mette in vendita non un'abilità, ma uno dei diritti fondamentali dell'essere umano: quello di possedere uno strato di pelle appiccicato al resto del corpo.

Non serve metterla giù troppo pesante. Dopotutto, c'è chi fa di peggio tutti i giorni senza che gli si dica niente: il signor Lolli ha avuto una pensata che gli è fruttata una pubblicità indiretta che è arrivata, saltando di media in media e di canale in canale, fino ad un telegiornale in Italia, a quasi settemila chilometri dal punto in cui l'iniziativa è partita. Dopotutto, si dice che tutta la pubblicità, anche quella cattiva, sia buona pubblicità.
Perciò, non buttiamola troppo sul drammatico. Ma pensiamo, pensiamo. Dieci anni fa un sistema invasivo e pervasivo come quello di Facebook, che giustifica, per di più, l'invasione e la pervasione, sarebbe stato probabilmente impensabile: oggi è lì, e tutti lo usano. Suppongo che l'atrofizzazione alle cose impensabili non arrivi tutta in una volta, ma un giorno dopo l'altro, lentamente, come uno stillicidio.
Perciò pensiamo, pensiamo.
"I've seen things you people wouldn't believe."



La citazione, per chi non lo sapesse, viene dal monologo di Roy Batty in Blade Runner.
Un piccolo precedente all'episodio della ditta di Lolli: Tatuaggio del marchio in cambio di sconti a vita
E ancora:
Aumento di stupendio se ti tatui il logo dell'azienda di Flavia Sciolette.

Edited by Elos - 17/11/2013, 22:27
 
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