Autore: Elos
Titolo: . die walküre
Fandom: The Avengers
Personaggi: Un po' tutti
Rating: Verde
Conteggio parole: 670
Avvertimenti: Vagamente collegata all'universo di
Sei variazioni sulla legge di Murphy,
Segmenti e
Guida pratica al Giorno Dopo. Ma proprio molto, molto, molto vagamente. E' un miscuglio del fumetto, del film e di tutto quel che mi piace del fandom, e non va presa troppo sul serio.
. die walküre
Le valchirie cavalcano in scena, il soprano sul palco si lancia in acuto da far vibrare i vetri e Tony quasi si lascia scappare lo Starkphone di mano. Pepper, alla sua destra, è un invito a congiungersi carnalmente e passionalmente lì ed ora nel suo vestito rosso, ma Pepper è anche presa dall'opera e assolutamente interessata a quel che si sta svolgendo sul palco del Metropolitan e per niente interessata al fatto che le orecchie di Tony hanno minacciato di implodere sette volte nell'arco degli ultimi cinque minuti.
Tenendo il telefono discretamente nascosto dalla manica della giacca, seleziona
Tutti i contatti e clicca
Invio.
- - -
Pling!Messaggio da: Tony Stark
Ricevuto da: dottor B.Banner, cap. Rogers, N.R., Barton, Thor
Oggetto: AIUTO
AiutoBruce inarca un sopracciglio.
“Breve e conciso, non c'è che dire. C'è la possibilità che il Met stia andando a fuoco ed abbia
veramente bisogno di aiuto?”
Natasha finisce di rifinire lo strato di smalto sul pollice destro di Thor e Thor solleva la mano e osserva le sue unghie rosse con aria interessata.
“Sospetto,” replica lei senza alzare la testa, “si tratti più di un caso gravissimo di starkite acuta.”
Pling!Messaggio da: Tony Stark
Ricevuto da: dottor B.Banner, cap. Rogers, N.R., Barton, Thor
Oggetto: AIUTO!!!
Aiuto (x2)Steve guarda il programma de
Le Valchirie – Pepper deve averne lasciato un paio sul tavolo prima di trascinare via Tony, e sono cosine eleganti in cartoncino bianco e inchiostro nero – con espressione di vago disgusto:
“Non riesco a credere che
questo vada ancora di moda.”
“La trama di quest'opera che dite...” osserva Thor in tono perplesso – Natasha è passata a smaltargli le unghie della mano sinistra, e Thor è adesso parzialmente riverso in una poltrona come un re sul suo trono, “... mi sembra una buona storia di gloria e avventure.”
“Wagner era un razzista e un antisemita,” replica Steve, allontanando il programma con la punta di un dito, come se avesse paura che a toccarlo di più potesse infettargli la mano: “Questa roba andava forte, in Germania, prima della guerra.”
Thor assume l'espressione vagamente confusa di qualcuno che non ha capito un accidente, proprio no, però è troppo cortese per dirlo ad alta voce.
Pling!Messaggio da: Tony Stark
Ricevuto da: dottor B.Banner, cap. Rogers, N.R., Barton, Thor
Oggetto: NECESSITO URGENTE SOCCORSO...
… se ancora non si fosse capito. Ora. Adesso. Dov'è il Dottor Destino quando uno ne ha veramente bisogno?“Sapete,” afferma Clint, pigramente, mentre sono tutti occupati a guardare la schermata dei loro cellulari: “tutto ciò mi fa venire in mente un terribile piano malvagissimo.”
- - -
Il cellulare di Tony non fa
pling solo perché Tony si è ricordato di metterlo in silenzioso. Ha controllato tre volte, in effetti, prima di entrare, perché gli eventi della conferenza megapalla che lui e Bruce sono riusciti a superare vivi, integri e sani di mente solo giocando a battaglia navale per l'ultima, tipo, ora e mezza, hanno comportato l'effetto collaterale di due lunghe nottate passate sul divano, perché Pepper ha Disapprovato. Non c'è molto da scherzare quando Pepper Disapprova.
Si sfila il telefono di tasca e lo controlla discretamente e praticamente si strozza con la sua stessa saliva e quando tornerà a casa li diserederà tutti e cinque, li butterà fuori dalla torre, scrocconi malefici e traditori e infamissimi bastardi:
Messaggio da: dottor B.Banner, cap. Rogers, N.R., Barton, Thor
Ricevuto da: Tony Stark
Oggetto: Ciaaaaaaao, Tony!
Allegato: Foto 1.
Divertiti tanto tanto tanto, Stark (noi lo stiamo già facendo).In foto, hanno tutti e cinque una lattina in mano e tutte e cinque le lattine sono aperte e c'è una ciotola di pop corn dimensione piscina sul tavolo di fronte a loro e la custodia del DVD di Star Trek: la Nemesi aperta proprio lì accanto.
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Pling!Messaggio da: Tony Stark
Ricevuto da: dottor B.Banner, cap. Rogers, N.R., Barton, Thor
Oggetto: MORITE
MORITE TUTTI. VI ODIO. QUOQUE TU, BRUCE!Autore: Elos
Titolo: . il ponte dell'arcobaleno
Fandom: Thor
Personaggi: Jane Foster
Rating: Verde
Conteggio parole: 320
Avvertimenti: Vagamente collegata all'universo di
Sei variazioni sulla legge di Murphy,
Segmenti e
Guida pratica al Giorno Dopo. Ma proprio molto, molto, molto vagamente. E' un miscuglio del fumetto, del film e di tutto quel che mi piace del fandom, e non va presa troppo sul serio.
. il ponte dell'arcobaleno
Il ponte di Einstein-Rosen delle carte di Jane era stato un ponte fatto di numeri e stelle. Aveva avuto colonne fatte di equazioni e coperture di esperimenti ed aveva portato dalla Terra al cielo e, nella sua testa, era stato un po' come il teletrasporto di
Star Trek. L'aveva immaginato così. Un bel giorno in un futuro non troppo lontano, il signor Smith si sarebbe svegliato nella sua bella casina in Ohio ed avrebbe premuto un pulsante e,
signor Scott, teletrasporto!, sarebbe arrivato al suo posto di lavoro su Marte giusto in tempo per timbrare il cartellino.
Il ponte di Einstein-Rosen delle carte di Jane aveva numeri ed equazioni e idee vaghissime e lontane che prendevano forma solo nelle notti della troppa caffeina e del poco sonno. Il ponte di Einstein-Rosen aveva un senso solo nella testa di Jane.
Ma poi il ponte nel cielo si era aperto, e qualcosa ne era venuto giù, e il qualcosa che ne era venuto giù era stato un
qualcuno: Jane si era trovata Thor di fronte alla macchina – letteralmente – e tutto era cambiato.
Da lì in poi, era stato come saltare su un treno in corsa.
Il ponte di Einstein-Rosen era stato numeri ed equazioni e il Bifrost era luci e colori e suoni ronzanti, il ponte dell'arcobaleno che collegava i mondi, gli universi, e da qualche parte oltre il Bifrost doveva esserci Thor – apparso e scomparso come una cometa, generando il caos, smuovendo i poli magnetici dell'ordinata Terra di Jane e trasformandoli in supernove brillanti – e Thor era importante, sicuro, ma anche il resto lo era.
C'era Thor e c'erano i mondi, tutto un universo di cose da scoprire. Così, Jane costruisce. Gli umani vivono vite brevissime, come coccinelle, come farfalle: non hanno il tempo di lasciare che gli dei costruiscano ponti per loro.
Jane Foster aprirà il ponte dell'arcobaleno, Jane. Sarà la Terra a ricostruire il Bifrost.
Autore: Elos
Titolo: . sulla strada
Fandom: Thor
Personaggi: Thor, Loki
Rating: Verde
Conteggio parole: 160
Avvertimenti: //
. sulla strada
Non aveva mai capito quanto importante fosse averlo accanto fino a quando non si era girato e non l'aveva cercato con gli occhi e Loki non era stato lì, non precisamente: tre passi indietro.
L'ombra di Loki non camminava più intrecciata alla sua e non c'era più nessuno dalla voce chiara e beffarda e gli occhi pieni di malizia e la ferocia sottile che mai – aveva creduto – mai si sarebbe rivolta come una lama contro Thor.
Non aveva mai capito quanto importante fosse averlo accanto fino al giorno in cui il Distruttore non aveva fatto terra bruciata delle sue certezze, e poi il Bifrost, la Terra, un pugnale tra le costole e una museruola d'argento.
Il vetro della cella di Loki, oggi, sembra spesso come un milione di mondi, un milione di parole e cose non dette e cose fatte e crudeltà distratte che avevano lasciato crescere l'erba e i rovi, inevitabilmente, sulla strada che li aveva uniti.
Autore: Elos
Titolo: . sensolandia
Fandom: The Avengers
Personaggi: Thor, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Tony Stark/Iron Man
Rating: Verde
Conteggio parole: 205
Avvertimenti: //
. sensolandia
Lo smalto, pensa Tony, poteva avere un senso. Lo smalto scintillava ed era una cosa che su Asgard non c'era ed era possibile che nessuno avesse spiegato a Thor che, per andare in giro con le unghie smaltate senza rischiare di dover prendere a martellate tutti i cretini che ti si fossero parati davanti, dovevi avere un cromosoma X raddoppiato.
Lo smalto, perciò, lo smalto poteva avere un senso. Ma entrare in soggiorno sulla via della cucina e trovare Natasha seduta su una poltrona e Thor comodamente piazzato sul pavimento ai piedi di lei e Thor si sta facendo spazzolare i capelli e Natasha sembra intenzionata a fargli una treccia? Questo è uscire fuori dai confini di Sensolandia, svoltare alla prima a sinistra e imboccare la superstrada per Assurdocity.
Tony se ne resta in piedi sulla porta li fissa e li fissa e li fissa, gli occhi piantati sui luuuuuunghi capelli d'oro di Thor e sul movimento ritmico delle dita di Natasha, gradevole, gli viene da pensare, sembra stranamente gradevole, fino a quando Natasha non inarca un sopracciglio e non gli chiede:
“C'è qualcosa che vorresti dire, Stark?”
Tony alza le mani – perché Tony non è un imbecille.
“A posto così, grazie.”
Autore: Elos
Titolo: . cicli
Fandom: Mitologia nordica
Personaggi: Odino
Rating: Arancione
Conteggio parole: 1000
Avvertimenti: Non per stomaci delicati. (Ab)uso di miti e fumetti vari.
. cicli
Paga con nove giorni sull'albero e la forca le rune e con un occhio la conoscenza del tutto; Mimir gli porge la brocca che porta l'acqua del sapere infinito e c'è una pietà così sconfinata, nei suoi occhi bianchi, che Odino deve chiudere il suo per non vedere; la palpebra si abbassa anche sul buco insanguinato dal quale il bulbo è stato strappato, e brucia e duole, ma la pena vera deve ancora venire.
“Certe cose non possono essere cambiate,” dice Mimir. “A certe cose, non c'è rimedio.”
Odino si strappa l'occhio, e beve, e prova a cambiarle lo stesso.
E' tutta questione di tempo, si dice. E' tutta questione di sapere.
Il primo ciclo è un tentativo. Odino sa che finirà male, ma non riesce lo stesso a non godere delle cose che ha attorno, Frigga bellissima nel suo letto che invecchia un millennio alla volta e i tre figli amatissimi e Loki magnifico e inquieto che porta il fuoco e il vento nella sua casa, e quando Loki è legato all'albero, infine, e le viscere di suo figlio gli grondano sangue e fiele addosso, Odino capisce che sarà quello a dar inizio al Ragnarok.
Quando il Ragnarok viene, è veleno e orrore e Thor cade ai piedi del suo trono e Frigga brucia in Asgard, e la luna, il sole, ogni cosa è inghiottita dai figli di Loki. Loki si erge ridendo sulle rovine della città caduta.
Il primo ciclo è un tentativo. Odino sa che finirà male, ma gode delle cose che ha attorno, vive una vita bellissima e piena, conserva il ricordo del sorriso aguzzo, tutto spigoli e silenzi, di Loki, della luce sui capelli di sua moglie, dei tre figli amatissimi e della città d'oro.
Il secondo ciclo è ancora un tentativo. Odino sa che probabilmente finirà male, ma
probabilmente non è
sicuramente, e così stavolta non c'è nessun albero al quale legare Loki, nessun figlio sacrificato.
Baldr muore e muore stupidamente e Odino uccide Loki, ma senza dolore.
Quando il Ragnarok viene, è veleno e orrore e Fenrir ha la bocca sporca del sangue dei figli di Odino, Hela gelida e furiosa, Frigga persa tra le fiamme, e la luna, il sole, ogni cosa è...
Il secondo ciclo è ancora un tentativo. Odino conserva il ricordo della risata di Frigga, delle mani minuscole di Baldr sulla sua veste, dei capelli rossi di Loki e di Thor.
Il terzo ciclo, così, è una prova. Odino crede d'aver capito dov'è l'errore, dov'è la mancanza: Baldr muore
e Loki muore
e il Ragnarok inizia, e, quando Baldr muore e Loki viene portato di fronte a lui per il giudizio, Odino chiude gli occhi e sceglie di perdonare. Il dolore per Baldr gli macera dentro e la vergogna ne inasprisce la pena e Frigga non riesce più a guardarlo allo stesso modo; i millenni scorrono come mancanti, senza felicità, senza luce, e quando il Ragnarok viene – e viene lo stesso – Loki, che non sorride da un milione di anni, ha smesso di sorridere il giorno in cui è stato perdonato, si erge su Asgard caduta e piega la testa. Thor lo abbatte lì dove si trova. E' veleno e orrore e la luna e il sole inghiottiti. Ogni altra cosa.
Il terzo ciclo è una prova e Odino credeva d'aver capito. L'occhio mancante gli pulsa nell'incavo cicatrizzato e Odino lo cerca con le dita: per un momento, un brevissimo momento, ha l'impressione di averlo ancora lì.
Il quarto ciclo, il quinto. Il sesto. Sette cicli, poi dodici e cento, cento e nove, ogni nove cicli l'universo pare riprendere la forma che aveva al principio ed è come un colpo di spugna sui tentativi di Odino, si riparte da capo, si riparte da niente, e Odino spera a progetta e costruisce, spera e immagina e prova, spera e tenta e cerca di capire e ha dato un occhio in cambio della saggezza e se avesse tenuto l'occhio, forse, adesso sarebbe più capace di prospettive, meno saggio, forse, ma più capace di vedere.
Quando il Ragnarok viene, è veleno e orrore. La luna e il sole, tutto viene inghiottito.
Tutta la sapienza del mondo non sembra in grado di cambiare le cose.
“Certe cose non possono essere cambiate,” dice Mimir. “A certe cose, non c'è rimedio.”
Odino sogna l'albero e la forca, sogna la sorgente e la brocca e l'acqua che dà la conoscenza. Tutta l'acqua della fonte di Mimir non potrebbe spegnere l'incendio ruggente di Asgard nel Ragnarok.
Odino ha perso il conto dei cicli, il giorno in cui si trova con un fagotto tra le mani: il fagotto è piccolo e blu e ha i capelli neri e gli occhi rossi e manca del sorriso aguzzo, manca dei silenzi e delle menzogne che portavano il vento e il fuoco, ma è Loki, c'è Loki là dietro.
E' stato suo fratello e suo amico e suo compagno e il suo nemico e il suo mentore e il maestro dei suoi nipoti e l'assassino dei suoi figli, Loki che porta il fuoco e che porta il Ragnarok.
Odino pensa di lasciarlo dov'è: di rimetterlo per terra, in mezzo alla neve, e di lasciare che il gelo faccia il suo lavoro. Forse questo è il ciclo giusto, pensa. Se Loki muore, così, prima di avere figli suoi, prima di lasciare eredi, prima di generare il veleno, l'orrore, prima di inghiottire il mondo...
In questo ciclo, Loki ha i capelli neri e gli occhi verdi. Il ventre di Frigga non porta bambini, non dà frutti, ma c'è un frugolino dai capelli d'oro che arriva loro dalle mani di una madre morta, e Loki che dorme nella culla, il pugno sotto il meno, il viso contratto. Frigga gli passa le mani sul capo minuscolo e Thor lo guarda dormire.
“Certe cose non possono essere cambiate,” dice Mimir. “A certe cose, non c'è rimedio.”
Lasciami provare, gli dice Odino. Tu dammi solo il tempo di provarci.
Autore: Elos
Titolo: . uroboro
Fandom: Thor
Personaggi: Odino
Rating: Verde
Conteggio parole: 395
Avvertimenti: (Ab)uso di miti e fumetti vari.
. uroboro
Se Thor è brillante, allegro e ancora dolce, pieno di vita e di energie e di quella specie di luce infinita che gli nasce da dentro – e Odino prevede che sarà difficile tenerlo lontano dall'orgoglio, Thor, che sarà difficile insegnargli ad essere umile – Loki è un bambino di silenzi e di angoli e di occhi troppo svegli.
Odino prevede che sarà difficile tenerlo lontano dalla tristezza, Loki, che sarà difficile insegnargli a non essere superbo.
Ma così, sdraiato con la pancia per terra, le mani sporche di colore e uno schizzo di rosso su una guancia, la lingua tra i denti e l'espressione assorta, così Loki dimostra solo i suoi anni, non uno di più, non uno di meno, ed è solo un bambino e Odino lo ama come fosse suo, nato dai suoi lombi, come fosse il prodotto della felicità condivisa con Frigga.
Gli si accovaccia accanto, perciò, e gli posa una mano sulla spalla:
“Cosa disegni, Loki?”
Loki alza la testa e gli sorride, e Odino sente il cuore gonfiarglisi di tenerezza, riempirsi di amore, per quel bambino piccolo e bianco che ha davanti, per il fagotto piccolo e blu che ha trovato nella neve, e mai, mai, mai, rimpiange d'averlo preso tra le braccia, quel giorno, di averlo portato nella sua casa. Averlo con loro è un dono infinito.
“Faccio magie, padre,” gli dice Loki.
E:
“Guarda!”
Al principio, Odino non crede di capire cos'è che sta vedendo: c'è un cerchio rosso sul foglio di Loki, e in certi punti il colore è più spesso, in altri più pallido, e il cerchio sembra muoversi e poi Odino mette a fuoco e
non è un cerchio, quello, non è un cerchio, ha una bocca e un occhio e zanne ed è un serpente, c'è un serpente sul foglio di Loki e Loki l'ha fatto muovere.
La gola d'Odino è improvvisamente secca:
“Da dove... dove l'hai visto, Loki?”
“Nei tuoi libri, padre,” gli risponde Loki. E poi, con una sfumatura di meraviglia nella voce: “Si muove. E'
magia. Ho fatto una
magia.”
Il serpente che si mangia la coda, il serpente che stritola gli universi, sembra guardare Odino dal foglio, e ammiccare, e deriderlo.
Guarda, pare dire il serpente, guardami. Nasco dalle mani di tuo figlio.
Odino accarezza una spalla di Loki, e non dice niente.