Verde, Lá Fhéile Pádraig (Saint Patrick's Day) - The Avengers

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Elos
view post Posted on 21/3/2014, 15:19




Scritte per il St. Patrick's Day di Pseudopolis Yard. Dato che sono una bambina intelligente, mi sono lasciata le due storie più difficili da scrivere per stasera, yippie-ky-yai.


. eroe
A volte è meglio accendere un lanciafiamme che maledire l'oscurità.

La questione è: dicono che da quella grotta in Afghanistan sia uscito un eroe, e ci sono giorni in cui Tony quasi ci crede davvero, ma la verità è che da quella grotta in Afghanistan lui è uscito sputando proiettili e con il lanciafiamme acceso, si è aperto la strada sparando e si è bruciato il terreno alle spalle e, se solo avesse potuto, sarebbe tornato indietro per spargere sale e zolfo ed assicurarsi che niente ricrescesse più dove lui era passato.
La questione è: dicono che da quella grotta in Afghanistan sia uscito un eroe. Ci sono giorni in cui Tony quasi ci crede sul serio, onestamente, ma la verità è che da quella grotta in Afghanistan lui ne è uscito straziato e rancoroso e non è così che nascono gli eroi, gli eroi non nascono pugnalati alle spalle e non diventano più eroi facendosi giustizia da soli.
Tutto quel che è venuto fuori da quella grotta funzionava con tre quarti di rancore ed un quarto di senso di colpa, e non c'è eroismo in questo, ma meglio uscirne così che morirci, in Afghanistan, meglio farsi strada sparando che morire da soli.
Meglio accendere un lanciafiamme che maledire l'oscurità.



. bruce
So when in doubt just call my name, just before you go insane.

Quando la Sentinella crolla, la gamba destra troncata da un repulsore – ed è una lunga strada, da lì fino a terra, trenta metri di Sentinella, il piccolo, terribile giocattolo di Trask, scappata al controllo del Ministero della Difesa – Natasha non ha bisogno di sentire Stark imprecare nel comunicatore per rendersi conto che non sta cadendo per niente nel verso giusto, perché c'è la fiancata di un centro commerciale tra il torace della Sentinella e il terreno e c'è il furgone dello S.H.I.E.L.D. tra la fiancata del centro commerciale e l'asfalto.
Natasha salta sul cofano di una macchina e da lì su un camion rovesciato, schizzando tra i resti delle vetrine di uno Starbucks per tenere il furgone sempre in vista. La strada, sotto i suoi piedi, è un coagulo di asfalto sollevato e di macerie.
La Sentinella si abbatte sui pilastri del centro commerciale; Natasha riesce a sentire il cemento armato gemere e lamentarsi in una flebile resistenza, piegandosi lentamente sotto il peso del metallo, le finestre esplodere in una pioggia tagliente di vetri.
Il furgone è rimasto incastrato tra un pezzo di marciapiede sollevato ed una macchina abbandonata in mezzo alla strada. Ci sono due persone accanto alle portiere spalancate, una per terra e una in piedi, una con la divisa dello S.H.I.E.L.D. ed una no, niente divisa, un civile, pensa Natasha, un altro civile, Stark sarebbe andato fuori di testa se si fosse fatto ammazzare, l'evacuazione sembrava essere filata liscia...
Il civile tiene l'agente S.H.I.E.L.D. sotto le ascelle e lo sta trascinando verso il furgone, lasciandosi dietro una larga striscia di sangue.
“Via!” gli grida Natasha, cercando di farsi sentire al di sopra del rumore di cemento che scricchiola. “Lascialo lì, va' via!”
E il civile deve sentirla, perché alza la testa e la guarda e non è un civile, è Bruce, Bruce che avrebbe dovuto essere a migliaia di chilometri da lì, giusto dall'altra parte della terra, in Brasile, Guatemala, Kazakistan, Bruce che alza la testa e la guarda e c'è tutta una sfumatura d'orrore speciale che gli si dipinge sulla faccia mentre apre bocca.
Natasha non ha bisogno di riuscire a sentirlo – non riesce a sentire niente al di sopra dello schianto del cemento che cede – per sapere che Bruce la sta chiamando.
Una frazione di secondo, e tutto è immobile: ma poi Bruce comincia a farsi verde, verde, verde, verde...



. hulk

A bear there was
All black and brown
Covered with hair
With a good flair



“Potrei sempre farlo sembrare un incidente,” gli propone Natasha, perché Natasha è Natasha ed è così che Natasha si comporta da amica.
Bruce sembra prendere in considerazione l'offerta per un decimo di secondo – è una buona offerta, dopotutto – prima di scuotere la testa a malincuore.
“Pepper disapproverebbe.”
“Pepper capirebbe.”
“Natasha...”
“Bruce. Tre ore. Tre ore. Tre ore di orso peloso che va alla fiera solo perché Stark si è svegliato stamattina sentendosi un simpatico umorista. Credimi, Pepper capirebbe.”
Bruce affoga il sorriso nel contenuto della propria tazza.
Dagli altoparlanti sfortunatamente distribuiti per tutta la torre emerge un he licked the honey from her hair sparato a tutto volume, e Clint sceglie quel momento per affacciarsi in cucina.
“Hulk spacca?” si informa, il tono vagamente speranzoso.
Bruce si versa un'altra tazza di caffè e piega il capo da una parte:
“Oggi no.”

She called for a knight but he's a bear
All black and brown and full of hair
She kicked and wailed the maiden fair
He licked the honey from her hair





. alieno
Emerald

Un osservatore della Terra riuscirebbe, in una notte di cielo veramente limpido, a vedere forse quatromila stelle se fosse piazzato, diciamo, nel mezzo del deserto del Gobi, dove non ci sono luci, l'aria è tersa e la fonte di inquinamento luminoso più vicina è a tremila chilometri di distanza. La maggior parte delle persone passa la propria vita senza vedere più di trecento, quattrocento stelle alla volta; il cielo di una città come New York non conosce mai più di una dozzina di stelle per notte.
Per un astronauta, le stelle devono moltiplicarsi. Sotto i suoi piedi e sopra la sua testa, la volta celeste non conosce il limite dell'orizzonte, non c'è rifrazione, la luce non si disperde, migliaia e migliaia di punti di luce in ogni direzione e le dimensioni perdono senso: e tuttavia la Terra non è che un grosso sasso sparato a trentamila chilometri al secondo attorno al Sole, e il Sole è solo una piccola stella, una stella-sputo in un angolo di una galassia che non ha niente di speciale, e l'universo visto dall'ellittica della Terra è un universo pallido, sgombro, un universo innocuo.
Tony cade.
Dall'altra parte del portale, migliaia di milioni di stelle e un sole tinto di una luce azzurra, fredda, fitte costellazioni che non hanno nome sulla Terra, così è come l'universo si vede lontano da casa e anche la voce di JARVIS si perde nella fessura tra una galassia ed un'altra.
Tony cade, cade, con gli occhi pieni di stelle aliene.



. casa
Ireland

Comincia nel deserto del New Mexico, e c'è Jane che lo investe, e ancora prima comincia nelle sale di Asgard con Loki che gli si china accanto e gli lascia colare menzogne nelle orecchie, e prima, prima, dev'essere cominciata molto prima, ma la strada si perde nella nebbia, a quel punto, si fa confusa.
La via comincia nel deserto con Jane, e prima ancora quando l'ombra di Loki smette di incrociare la sua, e poi, molto dopo, quando Thor comincia ad imparare; da Asgard a Midgard, tra i mondi e i secoli, è sempre molto lunga la strada verso casa.



. sabotaggio
Se non riescono a distruggere il desiderio di libertà non possono stroncarti.

Uno, Fury a tre metri e mezzo da lui e le voci nella sua testa dicono colpo alla testa, colpo alla testa, colpo alla testa, e Clint alza la pistola e mira al petto. Il giubbotto, mugugnano le voci, c'è il giubbotto antiproiettile. Ma Fury è a terra e la valigetta viene via con loro e va bene così. No?
Due, Maria Hill che si gira e spara e Clint prende la mira, Clint Barton, centro perfetto, Occhio di Falco, centro perfetto, prende la mira e la manca. Ma sono tutti sulla macchina e Loki è al sicuro e va bene così. No?
Tre, parla a Loki di Natasha e gli dice dell'ospedale e della bambina e di come il fuoco le faccia paura, certe volte, solo certe volte, se non riesce a sentire l'esplosione che viene prima. Ci sono cose che non dice, cose più piccole,come si piega la faccia di Natasha quando mente e il modo in cui Natasha scopre il fianco prima di azzannarti e come sa mentire Natasha. Ma ci sono cose più importanti e Natasha è solo Natasha e va bene così. No?
Il sabotaggio di Clint si costruisce così: pezzo dopo pezzo dopo pezzo.



. cadere
Sister, won't you walk with me to watch the ships sail o'er the sea?
As they walked the rocky shore, the dark one pushed her siste o'er.


Quando il pugnale gli si infila sotto l'ultima costola, facendosi largo tra una piastra di metallo e l'altra, aprendosi la strada oltre l'armatura e lasciandosi dietro una scia densa di sangue e di dolore, a Thor viene da pensare che non è il tradimento a far male, non veramente. Non è il tradimento.
E' l'averci creduto, ancora una volta, ingannato e ingannandosi: ed è come allungare la mano verso Loki, così, cercando di afferrarlo e fallendo, di nuovo, fallire di nuovo è quel che fa male.
Il fallimento brucia più del metallo: si insinua sotto pelle, gli spezza il cuore.



. sbagliato
Senza titolo

La Stanza Rossa le aveva portato via strati preziosi su strati preziosi, strappandoglieli di dosso in pezzi e bocconi come una veste lacera: e a sparire per primo era stato il ricordo di com'era essere bambini, e poi la leggerezza, felicità, saper essere lievi, e dopo, dopo, dopo se n'era andata la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'avere otto anni ed un fucile carico tra le mani, camminare invisibili ai bordi delle strade e al fianco dei soldati.

“Si comincia così giovani?”, le chiede Banner, e Natasha non ha neanche bisogno di mentire quando risponde:
“Io sì.”



. esilio
Ti chiudi a sognare nelle notti d'inverno e ti copri di rosso e fiorisci d'estate.
I tuoi esuli parlano lingue straniere, si addormentano soli sognando i tuoi cieli, si ritrovano persi in paesi lontani a cantare una terra di profughi e santi.


Sessantotto anni non sono tremila. Sessantotto anni sono tre generazioni, nipoti che diventano genitori e poi nonni, e tre generazioni sono niente, si vive il tempo di una vita, in tre generazioni, tre generazioni sono...
… sono sessantotto anni. Tre generazioni.
Sessantotto anni dopo, e Steve si sveglia in un mondo dove anche il cielo è diverso: le stelle sopra New York sembrano essersi dimezzate, l'aria è più pesante e un bambino con l'asma farebbe fatica a respirare, oggi, nei giorni di traffico vero; e quando Steve era bambino c'erano gli irlandesi e c'erano gli italiani e c'erano pochi cinesi e molti neri, in giro per New York, ma oggi, oggi, be', oggi c'è tutto il mondo a New York, un coacervo di popoli e di culture e di lingue che si mescolano, e ci sono giorni in cui Steve pensa che sia bellissimo e giorni in cui si guarda intorno e si accorge improvvisamente di essere fuori posto, lui e il suo quadernino pieno di appunti sul mondo moderno, fuori posto. Come un vecchio orologio regolato male, come un vecchissimo libro, Steve parla inglese e nessuno parla più la sua lingua.
Anche gli accenti sono cambiati. Anche il cielo.



. betty
E' inutile pensare. Tanto non lo troverei lo stesso, un senso.

Il sangue di Betty sui pavimenti dell'università, Betty nelle lenzuola troppo bianche dell'ospedale con un occhio nero, sua madre con un occhio nero, i pugni di qualcuno che si sollevano solo nei suoi incubi e certe volte sono verdi e certe altre volte solo umani. Sono gli incubi peggiori. Il sangue di Betty e la bocca di Betty e i fianchi di Betty prima dell'esperimento e la sua pelle bianca sotto una camicia a scacchi, Betty, Betty bellissima come il desiderio.
Dal giorno in cui il mondo si è fatto verde, Bruce ha smesso di cercare un senso nelle cose.
 
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Elos
view post Posted on 21/3/2014, 23:56




. addii
Pensò: ora vado a salutarla di nuovo. Poi subito si corresse: no, gli addii non si ripetono, la prima volta sono romantici, la seconda noiosi, la terza ridicoli o tragici.

Ma non piangere per me, non piangere per me. Perché presto o tardi, sai, sarò di nuovo qui intorno.

Untitled4:ireland - michelynne

La chiesa odora di cera e odora di pietra, l'odore delle vecchie chiese degli immigrati irlandesi in terra americana, chiese cattoliche dalle alte candele e dai muri grigi, con troppi santi alle pareti e le vetrate dipinte d'oro e di blu. Sa un po' di velluto stantio e un po' di legno sporco, un po' di pagine antiche e un po' di varechina e rose appassite, sa di un'anziana signora piena d'anni e di malinconia, carica di ricordi, grande di rimpianti.
Manca più di un'ora alla messa; c'è un vecchio in uno dei sedili delle prime file con i gomiti con le ginocchia e la faccia nascosta tra le anni, ed una coppia piuttosto giovane che aspetta che il confessionale si liberi, ma per il resto la chiesa è deserta. Steve siede nell'ultima fila e nessuno lo guarda: può appoggiare la testa alla parete alle sue spalle, così, tenere le mani intrecciate in grembo e fingere di essere invisibile. Ha seminato l'agente Peterson all'angolo tra la Quarta ed Union Street e si è lasciato alle spalle la macchina dello S.H.I.E.L.D. all'altezza dello Starbucks due isolati più in là. Non crede che lo lasceranno in pace a lungo, ma finché dura... finché dura, be'. Finché dura, Steve ha tutte le intenzioni di restarsene lì. Con le mani in mano.
Se Steve è depresso, a Dio non importa; e, tutto considerato, il pensiero è un conforto.
La chiesa odora di cera e odora di pietra, odora di rose vecchie; c'è un mazzo di rose rosse in un cimitero verde che sembra un milione di miglia lontano, sessantotto anni troppo tardi e ad un oceano di distanza, c'è tutto il ghiaccio dell'Artico di mezzo ed una vita passata invecchiando senza di lui.
Steve non vede e non sente Natasha arrivare finché non se la trova accanto sulla panca, solo mezzo metro più in là.
Steve chiude gli occhi e si schiarisce la voce:
“Credevo di avervi seminati.”
“Estremamente seminati,” replica Natasha, in quel tono indecifrabile che cela la sua migliore qualità di sarcasmo. “Credo che Peterson stia ancora sbattendo la testa contro un palo della luce a tre isolati da qui.”
Silenzio, per un lunghissimo istante. Poi, Natasha scivola impercettibilmente verso di lui, prima di informarsi:
“Com'è andato il viaggio?”
Un mazzo di rose rosse in un cimitero ad un oceano di distanza, l'odore verde dell'Inghilterra e della tomba grigia di Peggy, arrivare sessantotto anni troppo tardi per il suo appuntamento, tredici mesi troppo tardi per dirle di nuovo addio, un addio mentre scendeva nell'acqua fredda ed un altro in piedi nel mezzo della New York del futuro, scoprire di aver dormito sette decadi senza mai svegliarsi, ed un terzo di fronte alla lapide grigia, così, uno senza dolore ed uno grigio ed uno inutile, tanto inutile da far male al cuore.
Neanche ai morti importa, pensa Steve.
“A meraviglia,” risponde, il tono distaccato.
Sessantotto anni passati come fosse un giorno. Invecchierà troppo piano e nessuno di quelli che ha attorno invecchierà con lui, resterà in giro troppo a lungo e con un po' di fortuna morirà in azione, da eroe, come sarebbe dovuto morire in mezzo ai ghiacci dell'Artico.
Riapre gli occhi e deve schiarirsi la voce di nuovo – si sente la gola riarsa, ruvida, come piena di graffi – per poter domandare:
“Avete niente da farmi fare?”
Natasha piega il capo da una parte, impercettibilmente.
“C'è sempre qualcosa da fare, Capitano.”
Non sempre, pensa Steve. Non sempre. A volte non c'è proprio niente da fare.
“Sushi,” se ne esce Natasha, d'improvviso.
Colto di sorpresa, Steve gira la testa e la guarda, perplesso:
“Come, prego?”
“Sushi,” ripete Natasha, fissandolo. “Hai mai provato il sushi?”
Un momento di silenzio.
“Non... no. Non credo. E', uhm. Si mangia?”
Il sorriso di Natasha parte piccolo e si allarga lento, è un sorriso da gatto con gli occhi verdi, indecifrabile come la sua particolare qualità di sarcasmo:
“C'è un eccellente ristorante a cinquecento metri da qui, Capitano. Hai già cenato?”
Invecchierà troppo piano, vivrà troppo a lungo, resterà in giro per troppo tempo. Ha posato un mazzo di rose, ieri, e sa che sarà solo il primo di un lungo elenco.
Steve si alza in piedi lentamente; gli sembra di lasciarsi alle spalle tutto, l'odore della chiesa, la luce, il ricordo verde del cimitero. Scrollarseli di dosso è una fatica, è una pena.
“Non ho ancora cenato,” replica Steve, lentamente. “E mi piacerebbe provare.”

. coulson
Il resto è silenzio.

The boys of Liverpool
when we safely landed
called myself a fool
I could no longer stand it

Blood began to boil
temper I was losing
poor Old Erin's Isle
they began abusing

hooray me soul, says I,
me Shillelagh, I let fly.
Galway boys were by
and saw I was a hobble in.

With a loud hurray,
they joined me in the affray,
quickly cleared the way
on the rocky road to Dublin',

one, two, three four, five!
Hunt the hare and turn her
down the rocky road,
and all the way to Dublin',
whack-fol-la-de-da.


Senza Titolo

VERDE

C'è una pausa di silenzio lunghissima, a quel punto, così lunga che Tony comincia a credere che la linea sia caduta.
E poi:
“Dillo di nuovo,” dice Coulson, lentamente, all'altro capo del telefono. C'è una sfumatura di mi piacerebbe veramente, veramente, veramente tanto poter pensare che quel che hai appena detto sia uno scherzo, ma ho smesso di credere in Babbo Natale troppi anni fa, nella sua voce, che l'esperienza ha insegnato a Tony come distinguere.
Allontana impercettibilmente la cornetta dall'orecchio – logicamente, sa che Coulson non ha modo per colpirlo con il taser attraverso la linea telefonica, ma è Coulson, gente, ha visto Coulson stendere un agente dell'Hydra usando solo il cappuccio di una penna biro, la logica è uscita per colazione tre giorni fa e non è più tornata – e ripete:
“Siamo al distretto di polizia sulla Morris Park Avenue, abbiamo perso i portafogli e Pepper non risponde al telefono, sarebbe meglio se qualcuno venisse a pagare la cauzione prima che Bruce decida nuovamente di lasciar uscire fuori l'Altro Tizio, ed è già senza pantaloni, per cui un paio di pantaloni non ci starebbero male, c'è un negozio aperto tutta la notte ad un isolato da qui e una tuta andrebbe benissimo. Grazie.”
Dall'altra parte della linea, Coulson tace; per andare sul sicuro, Tony allontana la cornetta dall'orecchio di un altro mezzo centimetro. Il poliziotto che l'ha accompagnato per la sua telefonata ha l'aria paziente di qualcuno che è più che disposto ad aspettare lì anche tutta la notte, se necessario, e si limita a lanciargli un'occhiata perplessa.
“Coulson?”
Coulson tace.
“Coooooulson? Coulson, hai... stai avendo un, un qualche genere di attacco, non riesco a sentirti respirare. Devo chiamare un'ambulanza?”
“Siete al distretto di polizia sulla Morris Park Avenue,” ripete Coulson.
“Precisamente. Non posso pagare la cauzione senza portafoglio, niente portafoglio, niente documenti, niente documenti e niente portafoglio vuol dire niente cauzione...”
Stark. Siete al distretto di polizia sulla Morris Park Avenue. Perché siete al distretto di polizia sulla Morris Park Avenue e cosa vuol... cosa vuol dire, nuovamente, perché Banner ha bisogno di calzoni? Chi c'è lì con te?”
Generalmente, Tony si attribuirebbe mentalmente almeno una dozzina di punti per essere riuscito a far assumere alla voce di Coulson quella stressata inclinazione che è il miglior preludio a rughe precoci e capelli bianchi, ma Coulson è emerso dalla riabilitazione da meno di un mese, ha il cuore delicato, dovrebbe essere lasciato a riposo e stressato il meno possibile.
“Bruce. Siamo io e Bruce e, davvero, è tutto sotto controllo, c'è solo la questione della cauzione, tutto a posto, Coulson, se Pepper avesse risposto al telefono avrei chiamato...”
“La cauzione. Per cosa è la cauzione?”
“Ti ho già detto che Bruce ha bisogno di un paio di pantaloni? Be', la pattuglia di polizia ci ha trovati quando Banner se ne stava già lì con le chiappe al vento, e sembrerebbe che la cosa sia un tantino illegale a New York. Girare con le chiappe al vento. Lo sapevi?”
“E perché Banner era con le c... senza pantaloni?”
“Be', uhm. Uuuuhm. Uhm. E' possibile che abbiamo causato qualche danno ad un pub sulla Nona. Già pagato! Già pagato tutto, i danni e, uh, il conto e... Be', e c'è stata la rissa. Una rissa piccolissima. Quasi invisibile. Una rissina, chiamarla rissa è esagerare, e...”
“Stark.”
“... e comunque è finita in mezzo secondo dopo che Bruce ha cominciato a farsi, be', verde, e ad ogni modo sono stati loro ad iniziare, c'erano...”
Stark.”
“... questi tipi che stavano facendo del proprio meglio per essere una coppia di stupidi figli di puttana omofobi e razzisti e un minuto stavamo bevendo una birra e c'era Banner ed era tutto a posto e un minuto dopo c'era Hulk, e poi, bam, be', sipario calato. Tutto finito. Il resto è silenzio.”
“...”
“Uhm.”
“...”
“Sai com'è.”
“...”
Tony si schiarisce la gola e ritenta:
“... la cauzione? Bruce ha veramente bisogno di un paio di calzoni.”
La voce di Coulson potrebbe gelare una pozzanghera in un'assolata giornata di agosto:
“Un quarto d'ora.”
“Oh, fantastico, Coulson, potrest... Coulson?”
Coulson gli riattacca in faccia.
Tony continua a guardare la cornetta che ha in mano per un lunghissimo minuto. Ha l'impressione di udire in lontananza il vaghissimo rumore di un taser che si avvicina.
Sposta lo sguardo dal telefono silenzioso al poliziotto di guardia e si informa:
“Avete un programma di protezione testimoni?”
Il poliziotto gli rivolge il genere di ghigno stanco di qualcuno che è in piedi sin dalle sei del mattino, grazie tante, e intravede con sollievo l'avvicinarsi della fine del proprio turno:
“Non a quest'ora di notte, amico.”
 
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