Nata per gli
Easter Egg Days di
Pseudopolis Yard, con il prompt
cose inutili.
Scritta ieri notte, appena tornata a casa dopo aver visto
Capitan America - Il Soldato d'Inverno. Sto postando appena tornata dal dottore e prima di scappare al lavoro, quindi, spero di non aver fatto baggianate. xD
Meanwhile, fate gli auguri ad
Eos del Tramonto, che oggi diventa anagraficamente un anno più vecchia.
ATTENZIONE:
spoiler per
Capitan America - The Winter Soldier! Lettore avvisato...
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Si lascia alle spalle un'armatura per ogni giorno della settimana e due per la domenica mattina. Il conteggio delle cose buttate via comprende un principio di cirrosi epatica causata dai ricorsi cronici dell'alcolismo di una vita, l'abitudine a portarsi le modelle di
Playboy a casa per il fine settimana e a non ricordarsi più i loro nomi una volta arrivato al lunedì mattina e la tendenza a mettere in imbarazzo Pepper di fronte agli azionisti ed alla stampa.
Mette ancora in imbarazzo Pepper, mediamente, oh, una volta al giorno, ma quantomeno adesso è consapevole di doversi sentire in colpa per la cosa.
Il blocco da disegno resta in uno zaino abbandonato da qualche parte alla periferia di Strasburgo: deve lasciarlo lì quando una divisione dell'Hydra decide di venire a curiosare proprio dalle parti del magazzino in cui si sono accampati, e nel buio e nella confusione lo zaino di Steve sparisce.
Quando viene a saperlo, Bucky gli batte una pacca sulla schiena, dispiaciuto:
“Mi spiace, Steve.”
Steve pensa che il blocco era pieno di scimmie vestite con la bandiera a stelle e strisce, ma anche di mani di Peggy, di nasi di Peggy, di occhi di Peggy – che non rendono mai giustizia al loro originale – e di facce di Bucky, di ghigni di Morita, di paesaggi del nord della Francia, di cappelli di Dugan...
Scrolla le spalle:
“Era solo un blocco da disegno,” dice. “Niente di importante.”
Il blocco da disegno, così, non affonda con lui nell'oceano e non viene lasciato nella sua moto sulle Alpi: viene ritrovato trent'anni dopo da qualcuno che lo vende a qualcun altro che lo passa a un terzo, e di mano in mano trova la sua strada verso Peggy.
Quando Capitan America riapre gli occhi nel Ventunesimo secolo, così, un blocco pieno di scarabocchi vecchi di settant'anni è lì ad aspettarlo. Che fortuna, pensa Steve. Passa le dita sul naso di Peggy, sul sorriso di Bucky. Che fortuna, si dice. Che fortuna. Non riesce a non sentirsi pieno di amarezza.
E' consapevole che farebbe meglio a dimenticarsene. Gli spazi dei laboratori di Culver e il letto del suo appartamento nei terreni dell'università, con lenzuola pulite e un materasso pulito e nessuna necessità di giocare a trova la zecca sotto al tuo cuscino tutte le sere. La pizzeria dietro l'angolo. La pelle bianca di Betty, tiepida al mattino, sentire l'odore di Betty come la prima cosa quando apriva gli occhi.
E' consapevole che farebbe meglio a dimenticarsene, perché ogni giorno in cui non dimentica e un giorno in cui se ne ricorda, e ricordarsene gli alza la pressione. La pressione alta non fa bene a Bruce. Non fa bene a Bruce e non fa bene alle persone intorno a Bruce e non fa bene all'architettura intorno a Bruce. Tutte cose che sarebbe meglio lasciarsi dietro, perciò, il letto e un laboratorio e la pizzeria, il dottor Banner, la pelle bianca di Betty.
Tutte cose che non gli servono più.
Non è inutile la mano di Loki che lascia la presa quando tutto sembrava finito, non è inutile l'espressione di Loki mentre apre le dita e a Thor non resta più niente da stringere, non è inutile il suono viscido della lama che gli entra nello stomaco, si fa spazio tra le sue viscere, lo apre e lo uccide e Thor sa che conserverà il ricordo di quel suono per tutta la vita, riempirà i suoi incubi.
E' inutile la corona, però, e certi giorni anche Mjolnir sembra inutile – non ha salvato suo fratello, né tutti quelli che sono morti per ogni giorno in cui suo fratello è stato pieno di pensieri neri – ed è inutile essere Thor, Thor del tuono e Thor di Asgard, quando pensa che Jane
non è Jane di Asgard, Jane bellissima con gli occhi pieni di stelle, ed
invecchierà, Jane, e morirà prima di lui.
Tutto quello per cui si gloriava, inutile.
Prima di New York e dei fatti di New York, tutti i possedimenti terreni di Clint Francis Barton che non includessero il suo arco sarebbero entrati nello spazio di uno zaino. Diavolo, sarebbe riuscito a farli stare all'interno di una di quelle borsette da donne, quelle robe lì, le
poscette,
pochette, una cosa così. La pochette di Clint Francis Barton avrebbe contenuto due fotografie, un piccolo portafogli pieno di carte di credito e foglietti ripiegati con appunti in codice su tutto quel che gli serve per recuperare i contanti sparpagliati nei suoi rifugi giro per il mondo (perché Clint è estremamente prudente quando è necessario che lo sia), una carta d'identità non sua che ha conservato per valore affettivo ed una vecchia punta di freccia spezzata. Tutto qui. Anche nella pochette ci sarebbe stato largo.
Perciò, la prima cosa che fa il primo giorno in cui mette piede nella dannatissima torre di Stark, be', è comprarsi una pianta. Una pianta d'appartamento, perché adesso ha un appartamento che non abbia l'aquila dello S.H.I.E.L.D. stampigliata su tutte le pareti, e vuole cuscini per il suo appartamento ed una coperta a scacchi e probabilmente un servizio di piatti, vuole cose non necessarie e che non entrerebbero in una
pochette. Non è proprio il suo appartamento, perché, sicuro quanto l'inferno, non sta pagando nessun affitto e non se l'è comprato e non c'è niente di scritto da nessuna parte che dica che, il giorno in cui a Stark gireranno le palle, non li butterà tutti fuori senza preavviso.
Per adesso, però... per adesso, appartamento.
Anche i tuoi segreti saranno lì, le dice Pierce. Sbattuti in faccia al mondo. Tutti li vedranno. Anche i tuoi segreti non saranno più segreti.
C'è Natasha. C'è Natasha di Steve e poi Natasha di Nick e poi Natasha di Maria, c'è Natalia di Stark, Nat di Clint, c'è l'agent Romanoff e Natasha Alianovna Romanova e tutti quei nomi che non cominciano per
N e per
R e che ha indossato per un po' nell'arco della sua vita, tutte le sue maschere e i suoi strati, e sbatterlo in Rete è come spogliarsi e lasciarsi vedere nuda, esposta, pelle viva e vene ed ossa, mostrare ciò che la muove.
I segreti hanno riempito Nick Fury di pallottole. I segreti hanno lasciato Steve,
Steve Rogers, che ha detto che si fida di lei, adesso, con la faccia vecchia e il cuore in pezzi. I segreti non le terranno vicine le persone.
Se non le senti sotto la pelle, si dice, sono tutte cose inutili.
Così, Natasha preme il bottone.